Io scopro - io sento - io sono (Miriam Mason)
Io scopro - io sento - io sono (educazione all'affettività e alla sessualità per la scuola primaria e secondaria di primo grado)
L'educazione affettiva e sessuale non si configura come semplice trasmissione di informazioni, ma si colloca nell'ambito più globale dello sviluppo delle dimensioni affettive e relazionali della persona. In tal modo si favorisce e si incentiva la costruzione di una personalità il più possibile completa ed armonica.
Le tematiche che si affrontano negli incontri con i bambini ed i ragazzi sono:
Sensibilizzazione e prevenzione di stereotipi e pregiudizi di genere.
Informazione ed aumento delle competenze riferite ad un corpo in cambiamento.
Identificazione, riconoscimento e regolazione delle emozioni.
Attivazione delle life skills (competenze per la vita), in modo da garantire capacità di autoefficacia e permettere ai minori di essere consapevoli delle capacità possedute.
La finalità prioritaria sta nell'aiutare e stimolare bambini e ragazzi ad apprendere ed interiorizzare le emozioni vissute, sia a livello cognitivo che esperienziale, sostenendoli nella loro fatica di dare senso e significato a ciò che provano.
I bambini del terzo millennio sono definiti "nativi digitali", caratterizzati da un aumento delle competenze logico-matematiche ed una diminuzione delle competenze emotive e relazionali. Ciò sta comportando un analfabetismo corporeo (conoscenza, padronanza e coordinamento) e, conseguentemente, un minor sviluppo delle abilità emotive, relazionali e sociali.
Per un bambino, vivere emozioni e non trovare, attraverso gli adulti significativi, la possibilità di riconoscerle, contenerle e darvi significato, significa sentirsi sospeso.
L'adulto di riferimento deve porsi in posizione di facilitatore dei processi educativi, attraverso la validazione, la significazione e la regolazione delle emozioni e dei vissuti.
L'intervento con i minori, nell'ambito dell'educazione all'affettività e alla sessualità intende proporre stimoli teorici ed esperienziali finalizzati a:
avviare negli alunni una capacità di osservare ed una presa di coscienza di comportamenti, abitudini e ruoli che la cultura collega all'identità maschile e femminile, con riferimento alle esperienze vissute con la coppia genitoriale;
promuovere il riconoscimento delle diverse componenti di sé, ponendo in luce l'originalità presente in ogni persona e la possibilità di interpretare in modo unico il proprio ruolo di genere;
favorire simulazioni di interazioni problematiche con il gruppo dei pari e loro possibile risoluzione;
sviluppare competenze relazionali tra pari, quali l'assertività come abilità per gestire relazioni interpersonali soddisfacenti.
La teoria di riferimento per l'attivazione e la conduzione dei laboratori è l'Approccio Centrato sulla Persona, ideato da Carl R. Rogers.
Il concetto base su cui si struttura la teoria rogersiana della personalità è il concetto di organismo, inteso nel suo significato di globalità psico-fisica, di un tutto organizzato che interagisce con la realtà; l'organismo non può essere scisso in parti separate, è un tutto irriducibile alla semplice somma delle parti. La persona è considerata come un organismo nella sua totalità. Nel bambino al momento della nascita è presente campo esperienziale o fenomeno indifferenziato. Quindi inizia, grazie alla tendenza attualizzante, quello che si chiama il processo di simbolizzazione. Si ha lo sviluppo, il passaggio dal campo fenomenico al campo cognitivo, che avviene attraverso la percezione. Quest'ultima è, dunque, quella che collega l'esperienza allaconsapevolezza o simbolizzazione o conoscenza. La percezione va intesa come il significato che la persona annette a tutto ciò che avviene dentro di sé e fuori di sé. Vi è dunque un'accentuazione della soggettività nella percezione. L'organismo reagisce alla realtà come essa è esperita e vissuta dal soggetto, il comportamento non è la risposta ad una realtà oggettiva, ma alla percezione di quella realtà qui ed ora, in questo preciso momento. E' la percezione che crea la realtà. Il bambino inizia, quindi, la simbolizzazione della realtà, cioè tutto quello che può essere appreso sia a livello conscio che inconscio. Gli elementi consci sono indicati con il nome di esperienza o percezioni simbolizzate, quelle che non sono disponibili alla coscienza sono esperienze non simbolizzate. Le esperienze oltre che percepite possono anche essere subcepite. Facciamo l'esempio del ragazzino che va in bicicletta e che si sbuccia un ginocchio, (avverte qualcosa) ma continua ad andare perché coinvolto con gli amici e quasi non si accorge pur avendo registrato (subcepito); quanto torna a casa la madre gli chiede cosa è successo e lui richiama immediatamente l'episodio. Il suo campo esperienziale aveva registrato la cosa però non ne era cosciente.
La tendenza attualizzante e la valutazione organismica sono un insieme di due sistemi abbinati, uno è un sistema motivazionale, l'altro funziona come regolatore del primo. Questo insieme spiega come l'individuo abbia il potere di "dirigersi da solo", e il potere di "riorganizzarsi" nel caso in cui si fosse allontanato dall'esperienza organismica. La psicoterapia rogersiana non fa che facilitare un processo di cambiamento spontaneo proprio dell'individuo.
Questo "filtro" (valutazione organismica) è situato non fra la percezione e la coscienza perché, come abbiamo visto, sono molto vicine, ma fra esperienza e percezione.
ESPERIENZA ---------→ (filtro) --------→ PERCEZIONE ---------→ COSCIENZA
Il bambino diviene, dunque, un soggetto attivo, non solamente fa l'esperienza, percepisce e simbolizza, ma è libero di scegliere. Le esperienze valutate come attualizzanti per l'organismo sono valutate positivamente, sono valutate negativamente in caso contrario.
Questa valutazione viene detta organismica perché riguarda la tendenza attualizzante dell'organismo, incondizionata perché si presume che inizialmente il bambino sia libero di scegliere. "La tendenza attualizzante e la valutazione organismica possono agire efficacemente solo a condizione che l'individuo viva in un ambiente in cui goda della massima libertà esperienziale. Se all'uomo viene assicurata la possibilità di esprimersi liberamente, l'uomo sceglie il bene. Ciò che fa star male è la mancanza di libertà di scelta".
In un primo tempo in base ai dati esperienziali organismici in seguito costituisce quello che si chiama schema di riferimento interno, cioè l'insieme di esperienze, sensazioni, percezioni, significati, ricordi disponibili alla coscienza del soggetto in un determinato momento. Lo schema di riferimento interno rappresenta il mondo soggettivo dell'individuo.
Il concetto dell'io altro non è per Rogers, che la percezione che l'individuo ha di se stesso.
Insieme alla nozione dell'io si sviluppa anche il bisogno di considerazione positiva da parte dell'altro. E' un bisogno che si sviluppa con l'emergere della consapevolezza di sé e induce la persona a desiderare di essere accettata ed amata dalle persone significative della sua vita. Una disapprovazione da parte di una persona significativa, per il complesso di generalizzazione, tende a generalizzarsi facendo sentire il bambino "tutto cattivo". Una disapprovazione dilaga a tutto l'essere. E' come se improvvisamente dimenticassimo che comunque, abbiamo un valore, anche se a volte commettiamo degli errori.
L'individuo ha bisogno di considerazione positiva non solo da parte degli altri ma anche di se stesso. Se l'individuo fa esperienza di considerazione positiva incondizionata, anche la considerazione che avrà di se stesso sarà positiva ed incondizionata. In questo caso il bisogno di considerazione non sarà in contrasto con la sua valutazione organismica incondizionata, si avrà quindi un sano adattamento psicologico ed una piena espressività. Questo avviene molto raramente: si avrà molto più spesso una considerazione e valutazione condizionata. L'individuo arriverà a provare la presenza o l'assenza di considerazione positiva indipendentemente dalla valutazione altrui. Diventerà egli stesso la propria persona criterio.
Quando un'esperienza minaccia la propria immagine di sé può venire distorta oppure negata. Questo comporta che le esperienze possono essere non simbolizzate o simbolizzate in maniera distorta a seconda che mettano in pericolo il concetto dell'io o immagine dell'io che si è venuto formando in relazione con l'altro.
Non essendo tutte le esperienze simbolizzate correttamente nella coscienza o incorporate nella nozione dell'io, avremo uno stato di incongruenza o di distacco interno fra l'io e l'esperienza e quindi di vulnerabilità e malfunzionamento psichico. La persona che è costretta a ricorrere alla difesa, non ha più un contatto realistico e diretto con la sua esperienza e diventa incongruente.
Emozioni e bisogni
Ogni persona, nel corso della crescita, ha vissuto la condizione del sentirsi ferita, non amata, abbandonata, situazioni e sensazioni spiacevoli che sono divenute parti dell'individuo, non solo nel senso strettamente psicologico ma anche fisico. Già Freud tentò di dare una definizione al vissuto emozionale come "movimento del sangue", espressione di quella energia psichica che egli stesso definì libido, un concetto ampliato e rivisto da uno dei suoi allievi più brillanti, tra cui Wilhelm Reich. Quest'ultimo ha il merito di aver fatto entrare per la prima volta il corpo nella stanza psicoanalitica, ritenendo che in esso le emozioni si sedimentassero in contratture e tensioni muscolari, fino a creare una vera e propria gabbia che egli ha definito "corazza muscolare". Reich distingue due tipi di emozioni: quelle primarie che sono le emozioni fondamentali della materia vivente che assolvono la funzione del piacere mediante la scarica dell'energia presente in eccesso; quelle secondarie derivanti dal trattamento psicologico e culturale di quelle primarie, spesso volte alla difesa e alla protezione da ambienti ed eventi traumatizzanti. Quando queste emozioni, in particolare nel periodo infantile, non possono essere espresse liberamente o quando esse sono troppo dolorose da essere vissute ed elaborate, vengono soppresse e trattenute, sviluppando una modalità di risposta, un atteggiamento verso l'esterno che potremmo definire cronico, definito corazza caratteriale. Così il corpo, da tempio per l'espressione e la manifestazione delle nostre emozioni, diviene un'autentica prigione.
Maslow ha fornito una categorizzazione delle principali necessità umane, ponendole all'interno di una struttura gerarchica, dai bisogni più immaturi e primitivi, a quelli più maturi e caratteristici di civiltà evolute.
Gli individui soddisfano i loro bisogni in senso ascendente e che i bisogni di ogni livello devono essere soddisfatti, quantomeno parzialmente, affinché i bisogni di livello superiore possano manifestarsi.
L'idea di fondo consiste nel vedere l'uomo come un soggetto che ha un preciso compito: quello di individuare, sviluppare e realizzare le potenzialità che sono presenti già alla sua nascita e, in questo modo, dare senso alla propria vita attraverso l'espressione della sua individualità. La sua teoria si incentra sulla capacità dell'uomo di superare i bisogni fondamentali e di raggiungere bisogni superiori, qualcosa che ci differenzia profondamente dagli animali.
Maslow parla di bisogni e di metabisogni e specifica che i primi sono "mancanze" e seguono le leggi dell'organismo, mentre i secondi, sono spinte verso la crescita e l'evoluzione.
Egli sostiene che vi è una gerarchia delle motivazioni in cui i bisogni fisiologici sono alla base e sono dominanti rispetto a tutte le altre esigenze. In pratica, Maslow sostiene che solo se riusciamo a risolvere i nostri bisogni fisiologici, possiamo allora essere spinti verso bisogni superiori.
Parlando di bisogni ovviamente non si può trascurare il fatto che ogni bisogno richiede una gratificazione e che quest'ultima sia una funzione fondamentale per lo sviluppo di ogni individuo poiché libera dalla schiavitù fisiologica e permette di occuparsi di qualcosa di più elevato e creativo.
I cinque bisogni fondamentali di Maslow possono essere così riassunti:
1) Bisogni fisiologici. Al primo posto troviamo i bisogni fisiologici: mangiare, bere, riprodursi e sopravvivere sono, ovviamente i bisogni fondamentali ed imprescindibili e, fino a che non sono soddisfatti schiavizzano l'uomo imprigionandolo nella ricerca di costante gratificazione ed appagamento degli stessi.
2) Bisogno di sicurezza. Al secondo posto ci sono i bisogni di sicurezza: stabilità, dipendenza, protezione, sostegno emotivo, rassicurazione, strutturazione di regole che siano in grado di affrontare e dare risposte contro il caos ansiogeno. Indubbiamente questi bisogni sono fondamentali nella vita di un bambino; se non vengono soddisfatti, domineranno anche l'intera vita adulta.
3) Bisogno di affetto. Al terzo posto troviamo i bisogni di affetto ed appartenenza: in questo caso Maslow parla dello stare insieme, della tendenza a stare dentro ai gruppi organizzati che sostengano e contengano emotivamente, soprattutto quando l'identità non è ancora solida. In realtà il bisogno di affetto, di sostengo e di riconoscimento è fondamentale per gli esseri umani perché permette di non sentirsi sradicati ma di appartenere a qualcuno e a qualche gruppo e di poter contare su questi.
4) Bisogno di autostima. Al quarto posto Maslow sistema il bisogno di stima e di autostima: non vi sono dubbi che per ogni uomo sia fondamentale sentire la stima e il valore. In questa categoria possiamo mettere anche la fiducia, il rispetto, la reputazione, la dignità e tutto ciò che ha a che fare con l'apprezzamento.
5) Bisogno di autorealizzazione. Al quinto posto troviamo il bisogno di autorealizzazione: con questo Maslow indica l'affermazione personale e il desiderio di autocompiacimento che si ottiene nel momento in cui il proprio potenziale riesce ad esprimersi e a mostrarsi al mondo. L'autore sostiene che in questo ultimo gradino vi sia sostanzialmente il bisogno di "divenire" ciò che si è.verità.
DEFINIZIONE DI SESSUALITA' (OMS)
«La sessualità è un aspetto centrale dell'essere umano lungo tutto l'arco della vita e comprende il sesso, le identità e i ruoli di genere, l'orientamento sessuale, l'erotismo, il piacere, l'intimità e la riproduzione. La sessualità viene sperimentata ed espressa in pensieri, fantasie, desideri, convinzioni, atteggiamenti, valori, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni. Sebbene la sessualità possa includere tutte queste dimensioni, non tutte sono sempre esperite o espresse. La sessualità è influenzata dall'interazione di fattori biologici, psicologici, sociali, economici, politici, etici, giuridici, storici, religiosi e spirituali".
DEFINIZIONE
DI SALUTE SESSUALE
"Uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale relativo alla sessualità; non consiste nella semplice assenza di malattie, disfunzioni o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali come pure la possibilità di fare esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Per raggiungere e mantenere la salute sessuale, i diritti sessuali di ogni essere umano devono essere rispettati, protetti e soddisfatti.
EDUCAZIONE SESSUALE OLISTICA
Educazione sessuale olistica, cioè basata su "informazioni imparziali e scientificamente corrette su tutti gli aspetti della sessualità" che permettano di sviluppare "le competenze necessarie ad agire sulla base delle predette informazioni, contribuendo così a sviluppare atteggiamenti rispettosi ed aperti che favoriscono la costruzione di società eque". Queste competenze renderanno bambini e ragazzi in grado di "determinare autonomamente la propria sessualità e le proprie relazioni nelle varie fasi dello sviluppo".
SAPERE-
SAPER FARE- SAPER ESSERE
I Principi del modello di educazione sessuale dalle linee guida dell'OMS
1. L'educazione sessuale è adeguata per l'età rispetto al livello di sviluppo e alle possibilità di comprensione, è sensibile rispetto alla cultura, alla società e al genere. E' rapportata alle realtà di vita di bambini o ragazzi.
2. L'educazione sessuale si basa sui diritti umani (sessuali e riproduttivi).
3. L'educazione sessuale si basa su un concetto olistico di benessere che comprende la salute.
4. L'educazione sessuale poggia saldamente sui principi di equità di genere, autodeterminazione e accettazione della diversità.
5. L'educazione sessuale inizia alla nascita.
6. L'educazione sessuale deve essere intesa come un contributo verso una società giusta e solidale, attraverso l'empowerment delle persone e delle comunità locali.
7. E' basata su informazioni scientificamente accurate.
Obiettivi dell'Educazione Sessuale dell'OMS
1. Contribuire a un clima sociale di tolleranza, apertura e rispetto verso la sessualità e verso stili di vita, atteggiamenti e valori differenti.
2. Rispettare la diversità sessuale e le differenze di genere, essere consapevoli dell'identità sessuale e dei ruoli di genere.
3. Mettere in grado le persone, attraverso un processo di empowerment, di fare scelte informate e consapevoli e di agire in modo responsabile verso se stessi e il proprio partner.
4. Avere consapevolezza e conoscenza del corpo umano, del suo sviluppo e delle sue funzioni, in particolare per quanto attiene la sessualità.
5. Essere in grado di svilupparsi e maturare come essere sessuale, vale a dire imparare a esprimere sentimenti e bisogni, vivere piacevolmente la sessualità, sviluppare i propri ruoli di genere e la propria identità sessuale.
6. Acquisire informazioni adeguate sugli aspetti fisici, cognitivi, sociali, affettivi e culturali della sessualità, della contraccezione, della profilassi delle infezioni sessualmente trasmesse (IST) e dell'HIV, della violenza sessuale.
7. Avere le competenze necessarie per gestire tutti gli aspetti della sessualità e delle relazioni.
8. Acquisire informazioni sull'esistenza e le modalità di accesso ai servizi di consulenza e ai servizi sanitari, particolarmente in caso di problemi e domande relativi alla sessualità.
9. Riflettere sulla sessualità e sulle diverse norme e valori con riguardo ai diritti umani al fine di maturare la propria opinione in maniera critica.
10. Essere in grado di instaurare relazioni (sessuali) paritarie in cui vi siano comprensione reciproca e rispetto per i bisogni e i confini reciproci. Ciò contribuisce alla prevenzione dell'abuso e della violenza sessuale.
11. Essere in grado di comunicare rispetto a sessualità, emozioni e relazioni, avendo a disposizione il linguaggio adatto.
L'educazione sessuale comincia nel momento in cui i genitori danno ai bambini messaggi inerenti il corpo e l'intimità. In senso lato, è tutto ciò che la famiglia e la scuola fanno per guidare i bambini alla consapevolezza di concetti come l'identità di genere, il corpo, le relazioni affettive con gli altri.
IDENTITÀ di GENERE
Il sesso a cui, indipendentemente dalla sessualità biologica, un individuo si sente di appartenere (Rogers L., 2000). Esperienza soggettiva dell'orientamento sessuale. Include una dimensione «personale», che riguarda l'orientamento in cui una persona si riconosce e i relativi vissuti, e una dimensione «pubblica», che ha a che fare con le modalità attraverso le quali una persona lo dichiara agli altri. A differenza dell'orientamento sessuale, che è tendenzialmente immutabile, l'identità sessuale si sviluppa nel tempo e subisce l'influenza del contesto culturale e sociale.
RUOLO
di GENERE
Tutto quello che una persona fa o dice per indicare agli altri e a se stesso il grado della propria mascolinità, femminilità o ambivalenza. L'espressione esteriore dell'Identità di genere; riflette comportamenti imposti direttamente o indirettamente dalla società.
ORIENTAMENTO SESSUALE
Si riferisce al genere dell'oggetto dell'attrazione erotico-affettiva. Indica l'attrazione erotico-affettiva per le persone dello stesso sesso ed è una caratteristica tendenzialmente immutabile, che contribuisce a formare l'Identità sessuale.
TRANSESSUALISMO O DISFORIA DI GENERE
Un individuo che sente di appartenere al genere opposto rispetto al sesso biologico e che persegue l'obiettivo di un cambiamento del proprio corpo attraverso interventi medico- chirurgici. Non presenta differenze dal punto di vista anatomico, cromosomico o ormonale. Percepiscono una drammatica incongruenza tra sesso biologico e identità di genere. Riguarda una piccola minoranza ed esordisce tra i 2-4 anni.
TRAVESTITISMO o CROSSDRESSING
Persone che tendono ad usare abbigliamento tipico del sesso opposto. A differenza del transgenderismo, non ha valenza politica, né vuole decostruire i significati culturali legati al genere. Il cross-dresser è una persona che si traveste in privato o in pubblico senza implicazioni di eccitazione sessuale. Può essere praticato da donne e da uomini indipendentemente dal loro orientamento sessuale.
TRANSGENDERISMO
Termine di valenza politica utilizzato da chi vuole trascendere le categorie esistenti e restrittive di identità di genere comprendendo la vasta complessità delle manifestazioni e delle identità di genere: include tutte le persone che non si sentono racchiuse dentro lo stereotipo di genere maschile o femminile.
INTERSESSUALITA'
Categoria medico- diagnostica per indicare tutte quelle condizioni congenite e/o ereditarie caratterizzate da uno sviluppo atipico del sesso cromosomico, gonadico o anatomico, ovvero tutte quelle condizioni in cui lo sviluppo sessuale prende una strada diversa da quella generalmente predefinita in senso maschile o femminile.
L'omosessualità è (OMS) una variante naturale del comportamento umano. E' ampiamente dimostrato che i tentativi di conversione dell'omosessualità in eterosessualità non solo falliscono, ma segnano (e spesso gravemente) le condizioni psichiche di chi vi si sottopone.
La categoria di "genere" si trova a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta nella ricerca psichiatrica, sociologica e antropologica americana. Con la parola "sesso" si inizia a riferirsi esclusivamente alla dimensione corporea di una persona (cioè alla sua anatomia); con quella "genere" si inizia a indicare sia la percezione che ciascuno e ciascuna ha di sé in quanto maschio o femmina (cioè l'identità di genere), ma anche il sistema socialmente costruito intorno a quelle stesse identità (cioè il ruolo di genere). La distinzione fra sesso anatomico e ruolo di genere sta alla base di un nuovo pensiero: e cioè che possa esserci una discontinuità tra il corpo con cui si nasce, l'immagine che si ha sé (come ci si sente) e i ruoli stabiliti da altri (gli stereotipi di genere).
Da qualche tempo, in Italia come all'estero, sta prendendo piede una pericolosa caccia alle streghe basata su quella che viene definita Teoria del Gender, una teoria per cui il movimento LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) vorrebbe abbattere le differenze biologiche dei generi per "confondere" la mente dei bambini, sfruttando le scuole per indottrinarli ad abbandonare la propria identità sessuale in favore di un genere "indefinito".
Il Ministero dell'Istruzione ha preso posizione su questa controversa questione, smentendo l'esistenza di questa fantomatica teoria e affermando che "nell'ambito delle competenze che gli alunni devono acquisire, fondamentale aspetto riveste l'educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione, e la promozione ad ogni livello del rispetto della persona e delle differenze senza alcuna discriminazione." Inoltre "pone all'attenzione delle scuole la necessità di favorire l'aumento delle competenze relative all'educazione all'affettività, al rispetto delle diversità e delle pari opportunità di genere e al superamento degli stereotipi di genere". Nella circolare viene inoltre espressamente citato l'orientamento sessuale tra le discriminazioni richiamate dalle norme comunitarie che devono trovare applicazione nella scuola italiana.
Come ci comportiamo quando vogliamo bene a qualcuno?
- Ce ne prendiamo cura
- Dimostriamo ogni giorno il bene che proviamo con parole e gesti
- Ci accertiamo che questa persona stia bene, e ci preoccupiamo se ci sono dei problemi
- Cerchiamo di renderla felice
- Gli stiamo accanto dando il meglio di noi
È meraviglioso voler bene a qualcuno, perché non iniziare da se stesso? Troppo spesso si cerca di dare il meglio di sé agli altri, ma ci si dimentica che bisognerebbe farlo innanzitutto per noi stessi.
Quando ci vogliamo meno bene?
Quando non ascoltiamo le nostre emozioni e i messaggi che ci stanno inviando. Quando non ci prendiamo cura dei nostri bisogni. Quando non ascoltiamo il nostro corpo. Quando facciamo di tutto per piacere agli altri e mettiamo noi stessi in secondo piano. Quando non riusciamo a distinguere ciò che è buono per noi da ciò che non lo è. Quando lasciamo che qualcuno prevalga su di noi. Quando credendo poco nelle nostre potenzialità, mettiamo i nostri sogni ed aspirazioni nel cassetto. Quando ci giudichiamo.
Ormoni ed emozioni
La
dopammina
ha molte funzioni nel cervello,
svolge un ruolo importante in comportamento,
cognizione,
movimento volontario, motivazione,
punizione e soddisfazione,
nell'inibizione
della produzione di prolattina
(coinvolta nell'allattamento
materno
e nella gratificazione
sessuale),
sonno,
umore,
attenzione,
memoria
di lavoro
e di apprendimento.
Agisce sul sistema
nervoso simpatico
causando l'accelerazione
del battito cardiaco e l'innalzamento della pressione
del sangue. Stimoli
che producono motivazione e ricompensa
(fisiologici quali il sesso,
cibo
buono, acqua,
o artificiali come sostanze
stupefacenti,
o elettrici ma anche l'ascolto della musica), stimolano parallelamente
il rilascio di dopammina nel nucleus
accumbens.
La serotonina è un antagonista non competitivo del testosterone, perché eleva il cortisolo ed è il precursore della melatonina, principale antagonista del testosterone. Sebbene nelle donne la concentrazione di testosterone sia 10 volte inferiore a quella degli uomini (ragione per cui ci si aspetterebbero livelli più alti di serotonina nelle donne), tuttavia, i sintomi da deficit di serotonina sono molto più frequenti e comunemente associati alle donne. La serotonina costituisce il freno naturale del riflesso dell'eiaculazione e un basso livello di questo neurotrasmettitore è la causa costituzionale principale dell'eiaculazione precoce.
L'azione principale dell'ossitocina è quella di stimolare le contrazioni della muscolatura liscia dell'utero. Nell'ultimo periodo della gravidanza la responsività dell'utero all'ossitocina aumenta notevolmente e l'ormone esercita un ruolo importante nell'inizio e nel mantenimento del travaglio e del parto. Altro fondamentale ruolo è quella di stimolo delle cellule dei dotti lattiferi delle mammelle. In tal modo l'ossitocina provoca una contrazione delle cellule muscolari e la secrezione del latte. Ciò avviene in risposta allo stimolo della poppata. L'ossitocina è responsabile del comportamento materno. Le donne hanno in media il 30% in più di ossitocina degli uomini. La produzione di ossitocina aumenta con la stimolazione tattile di seni e capezzoli (reazione uguale a quella dell'allattamento), così come del clitoride. Stimola la prolattina e la liberazione di dopamina durante l'orgasmo che risulta più intenso (in questo senso la stimolazione clitoridea è utile che avvenga prima di quella vaginale).
Il cortisolo è conosciuto anche come ormone dello stress. Oltre a questa semplicistica associazione, il cortisolo rappresenta, probabilmente, l'ormone che più di altri interagisce e condiziona moltissime funzioni del nostro corpo. Il cortisolo ha molteplici effetti sull'organismo, tutti finalizzati ad accelerare il metabolismo ed a migliorare la nostra capacità reattiva. La produzione di cortisolo segue un andamento circadiano, ovvero è alto la mattina dalla 6 alle 9 e scende man mano fino ad azzerarsi, la sera intorno alle 20. Ciò accade, perché l'uomo primitivo al suo risveglio, aveva la necessità di aumentare il proprio metabolismo, magari per andare a caccia e di diminuirlo la sera prima di coricarsi. Il cortisolo aumenta a seguito di situazioni di forte stress, fisico e mentale, al fine di incrementare la quantità di energia necessaria al nostro corpo.
Lo stress costituisce la risposta psico organica ai cambiamenti cui ci si deve adeguare. Esistono stress da iperstimolazione (iperstress, che, a sua volta si distingue in eustress, positivo e distress, negativo) o da ipostimolazione (ipostress, sempre negativo).
Il termine emozione deriva dal latino "ex - movere"' che, letteralmente, significa : spingere fuori. Quindi: Energia spinta all'azione = Emozione
Quando le emozioni prodotte sono positive e si scaricano nel mondo interno, determinano innalzamento del tono dell'umore (gioia di vivere, etc.).
Quando le emozioni prodotte sono positive e si convogliano verso il mondo esterno, trasmettono contenuti tipo: disponibilità, gaiezza, gioia, etc. Quando le emozioni prodotte sono negative o conflittuali, e si scaricano nel mondo interno (quando, ad esempio ci reprime), determinano psicosomatosi, tachicardia, sudorazione, pianto, riso "isterico", tensione, melanconia, ansia, angoscia, depressione, etc. Quando le emozioni prodotte sono negative o conflittuali e si veicolano al mondo esterno, determinano fenomeni di violenza, tensione, collera, ostilità di vario genere, etc.